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Il “talento vulcanico” Oliviero Toscani

Postato il 16.05.2012 da write@toscani.com Commenti Commenti disabilitati su Il “talento vulcanico” Oliviero Toscani

“Toscani, chi mi ama mi legga” – di Paolo Campo.
Più che una autobiografia è un’invettiva questo Moriremo eleganti di Oliviero Toscani (Aliberti, 16 euro). E non perché questa conversazione con Luca Sommi – che per la stessa casa editrice ha già pubblicato anche libri con Paolo Villaggio ed Enrico Vaime – abbia alcunché di volgare o corrivo, dal momento che niente è più alieno a Toscani della volgarità. Piuttosto, l’invettiva come genere letterario, correndo alla tradizione della Toscana che ha un po’ adottato il fotografo.
Spunti di attualità, ovviamente, tantissimi, forse troppi, con l’idea magari di fare del libro un “caso”, tra giudizi tranchant sulla politica, la religione, la crisi e l’Italia, oggetto di un amore/odio senza mezzi termini, dalla prima all’ultima pagina. Al netto della preoccupazione un po’ giornalistica di fare notizia (ce n’è davvero per tutti), tuttavia, si rintraccia un filo biografico che vale davvero la pena di riannodare, dal momento che – lo si detesti o lo si adori – Toscani è un brand italiano nel mondo, punto.
Gli inizi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, diretta emanazione della Bauhaus, poi in giro per il mondo fino alla pubblicità che lo lanciò, quella dei jeans Jesus con i pantaloncini di una sua fidanzata dell’epoca sull’evangelico “Chi mi ama mi segua”, se ne parla ancora oggi.
Gli anni Benetton, che hanno cambiato l’alfabeto stesso della comunicazione pubblicitaria, dalle fotografie alla rivista Colors, l’impegno a difesa del paesaggio italiano, quello fallimentare a Salemi, con Vittorio Sgarbi. Toscani provoca, urticante, condanna la stupidità e i luoghi comuni, in un divertito giudizio universale che non risparmia niente e nessuno (a parte Andy Warhol), forse neanche se stesso.
Certo non le nuove tecnologie, social network in testa, verso le quali il fotografo è sferzante, perché i post, i tweet e i like non possono surrogare la creatività, motore unico della cultura e dell’arte. Inatteso, alla fine, un poetico elogio dell’Europa – anche qui, controcorrente rispetto allo Zeitgeist – «un destino al quale non possiamo sottrarci, scelta coraggiosa e di orgoglio».
Sembra quasi di vederlo sorridere, sornione, come quando risponde – assai di rado – a qualche invito in tv, a guardare di nascosto l’effetto che fa. Qualcuno, forse molti, potranno trovare stucchevole un po’ di posa che, ormai, non si perdona neanche alle personalità più geniali. Ma, in tempi di penuria, i talenti come quello vulcanico di Toscani andrebbero tenuti cari, anche quando ci prendono per sfinimento.

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