United Colors of Benetton torna e convince con una nuova, inaspettata freschezza
Postato il 21.02.2019 da write@toscani.com Commenti Commenti disabilitati su United Colors of Benetton torna e convince con una nuova, inaspettata freschezzadi Angelo Flaccavento, 20 febbraio 2019
Ci si passi l’iniziale scetticismo, ma a tutta prima l’sordio in passerella, alla vigilia della settimana milanese della moda, di United Colors of Benetton – primo passo di una evidente e ben orchestrata strategia di rilancio del marchio, antesignano della moda veloce e democratica, superato nell’ultimo decennio da Zara e H&M – suonava come un classico, atavico esempio di immobilismo italico. A rattoppare le falle della recente gestione, non certo illuminata, è intervenuto infatti con polso ferreo nientemeno che il patron, Luciano Benetton, che ha subito riportato a bordo i coorti dell’età dell’oro: il comunicatore sommo Oliviero Toscani, e il mago del colore Jean Charles de Castelbajac, designer dal tratto infinitamente energico e fanciullesco.
Una allegra banda di settantenni o giù di lì, alla faccia del ricambio generazionale.Invece, sorpresa: l’esperimento riesce a perfezione, senza che un solo zombie riemerga dalle teche del passato, senza che si avverta la necessità di riacciuffare una rilevanza che al momento si sarebbe detta perduta. Tre non più giovani signori, in un sol colpo e certo con un team di validi collaboratori per forza di cose giovani e connessi, hanno ridato a United Colors of Benetton una patina di freschezza che i creativi cool e ultrascolarizzati di oggi non sono riusciti ad acciuffare. Strano, ma vero.
Il merito va riconosciuto il larga parte a Castelbajac, alla sua naturale propensione per le forme elementari e i colori primari, alla sua capacità di comunicare gioia ed energia con vitale economia di mezzi: la sua è una lingua stilistica che con Benetton può solo andare a nozze. Poi naturalmente c’è lo show, intitolato The Rainbow Machine e celebrativo del processo industriale – che per Benetton adesso è integrato e verticale.
Ma quel che conta davvero, in questi tempi di divisioni, è il nome, che può da solo trainare una intera strategia di comunicazione, accanto al prodotto alla portata di tutti e ben progettato. In quel United Colors of Benetton ci sono infatti una democrazia e una urgenza di condivisione, un gusto del metissage e una accettazione della diversità che oggi sono importante come non mai. Il resto, sono magliette, maglioni, jeans e piumini, e va benissimo.
fonte: ilsole24ore.com