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Master of photography, con gli scatti non si bara: Oliviero Toscani cerca talenti per ritrarre il mondo

Postato il 22.05.2017 da write@toscani.com Commenti Commenti disabilitati su Master of photography, con gli scatti non si bara: Oliviero Toscani cerca talenti per ritrarre il mondo

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fonte repubblica.it

Dopo il successo della prima edizione torna su Sky Arte il talent show dedicato a fotografi professionisti e non. In onda dal 25 maggio, in giuria Darcy Padilla, fotoreporter freelance pluripremiata, Caroline Hunter, photo editor del Guardian’s Weekend Magazine e Oliviero Toscani

 

LONDRA – “Tutti fanno fotografie, tutti. Quelli che invece cucinano saranno forse un terzo. Perché un talent di cucina dovrebbe essere più importante di uno di fotografia?”. Non è che Oliviero Toscani, all’alba dei 75 che sembrano, stando bassi, almeno dieci di meno, abbia perso una certa capacità di comunicatore a effetto. Per esempio con un semplice slogan come questo, semplice a patto di saperlo creare. E lui lo sa creare, mentre presenta a Londra la seconda stagione di Master of Photography (su Sky Arte e i canali confratelli di mezza Europa dal 25 maggio), appunto la formula del talent show, della gara tra aspiranti concorrenti, dei giudici cattivi. Però la formula è usata qui come escamotage per creare una cornice riconoscibile per il pubblico e intanto darci dentro con la fotografia a largo raggio.

Già che c’è, Toscani si lancia in una gag dietro l’altra su un presente fatto di fake news. Va da sé, dice che con la fotografia non si bara, che è l’unica a poter rappresentare davvero il mondo: e quando gli si fa presente che anche le foto sono manipolabili, spiega che ci sono grandi differenze tra il photoshop per inutili foto personali e la possibilità per chi scrive alla tastiera di falsificare il mondo. E che sarebbe servita una macchina fotografica per documentare le imprese di Garibaldi (e aggiunge: anche per Cristo che camminava sulle acque). Se ci fosse stata, saremmo tutti più tranquilli.

lo studio di MOP2

lo studio di MOP2

Il dibattito potrebbe essere infinito, ma nel rivendicare un predominio incontestabile all’immagine, al talento di chi scatta la foto, alla precisione suprema nel regalare una sensazione precisa all’occhio dello spettatore, non c’è solo una rivendicazione di appartenenza. Toscani, dentro “master of”, assume il ruolo di giudice burbero che sempre deve esserci in un programma simile: ma all’esterno passano soprattutto la dedizione al mestiere e quello che sembra un fuoco inestinguibile nel cercare e riconoscere nei giovani aspiranti una traccia di talento e approccio giusto alla materia.

Il resto è appunto Master of Photography, ovvero il talent più patinato che c’è, quello che riserva eliminazioni e scene madri, sì, ma tutto per una causa superiore o qualcosa di simile – non disgiunta dal premio di 150mila euro per il vincitore… Ovvero soprattutto l’aura internazionale del lavoro (negli altri talent-format ogni paese si fa il suo show, qui esiste una sola versione per tutti, parlata in inglese e resa con doppiaggio nelle altre lingue), il fatto che in mezza Europa la prima edizione aveva riscosso molto interesse: e infine, in questo caso, l’estrema cura nel produrre ogni puntata, la bellezza delle immagini, il levigato dell’alta definizione servono per una causa conseguente – siamo tutti qui per belle cose da guardare – e non per rendere visivamente appetibile una frittata. Snob? Magari anche, ma se c’è una buona causa televisiva, somiglia a questa.