Ritratto di Fotografi: Oliviero Toscani (Photo Club Controluce /29.04.2015)
Postato il 29.04.2015 da write@toscani.com Commenti Commenti disabilitati su Ritratto di Fotografi: Oliviero Toscani (Photo Club Controluce /29.04.2015)“Io non sono un creativo e chi dice di esserlo è solo uno stupido, sono invece un situazionista sono presente a ciò che mi circonda” (serie fotografi su Sky Arte). Mentre preparava le foto per il lancio di una nuova linea di jeans notò, insieme all’imprenditore Maurizio Vitale, i manifesti del nuovo musical “Jesus Christ Superstar” ecco il nome per la tua linea, esclamò Toscani, nacque
da quella intuizione la linea “Jesus” e la campagna basata su motti evangelici (chi può dimenticare “chi mi ama mi segua”?!).
Oliviero Toscani nasce a Milano nel 1942. Figlio d’arte, il padre Fedele Toscani fu il primo fotoreporter del Corriere della Sera. Dal primo giocattolo ricevuto, una macchina fotografica “Rondine” della Ferrania, la sua vita è segnata dalla fotografia.
I primi reportage sono incentrati su i suoi coetanei, una generazione che, per tanti aspetti, sembrava arrivare da un altro pianeta, nuova musica, moda, comportamenti ed anche impegno civile. Si fa notare ed inizia così a collaborare con diverse riviste, come Elle, Vogue, L’Uomo Vogue, Harper’s Bazaar, attraverso le quali si fa conoscere arrivando a firmare importanti campagne di moda per Valentino, Chanel, Fiorucci, Esprit e Prénatal.
Dall’82 AL 2000 Toscani porta Benetton ad essere uno dei marchi più conosciuti a livello mondiale, conferendole una identità molto caratterizzata e studiando una forte strategia di comunicazione anche sul web; è inoltre l’ideatore di “Colors”, il primo magazine globale al mondo, e “Fabrica”, una scuola internazionale d’arte e comunicazione che realizzerà campagne originali per conto delle Nazioni Unite, Procter & Gamble e La Repubblica.
Le sue opere vengono esposte nelle più importanti manifestazioni del mondo tra cui la Biennale di Venezia e quella di San Paolo in Brasile ottenendo diversi riconoscimenti tra cui quattro “Lion d’Or” al Festival di Cannes, il Grand Prix dell’UNESCO, i Grand Prix degli Art Directors Club di New York, Tokyo e Milano e infine il “Grand Prix d’Affichage”.
Toscani così definisce il suo lavoro “fotografo ciò che vedo sono un testimone del mio tempo”.
Cosa vede questo testimone nel suo viaggio? Malattie, razzismo, odio, violenza, parole astratte che le immagini dell’artista hanno trasformato in presenze ingombranti e indelebili. I lavori di Toscani sono definiti provocatori e dissacranti ma il loro valore in fondo non sta proprio che non nasconde e mistifica la realtà non è forse meglio guardare negli occhi la realtà e, in caso, cambiare le nostre opinioni e azioni invece che ignorarla?
La campagna “No anorexia” del 2007 mostrando la modella Isabelle Caro, nuda nella sua scheletrica magrezza, ha rappresentato un messaggio potente contro un cliché di bellezza femminile per molto tempo proposto e imposto dai media. “Sono convinto”, dice Toscani “che immagini come la mia No anorexia sbattano in faccia la realtà, documentino la società in tutta la sua crudezza e possano servire per provocare in modo positivo, per far discutere, per creare attenzione. Durante e dopo la campagna si è molto parlato di anoressia e questo è importante. Così è stato sempre: amo fotografare le cose che nessuno vuol guardare in faccia”.
Nel 2013 Toscani dichiarando: “Le donne devono essere più sobrie, dare importanza all’essere più che al sembrare, solo così si possono evitare altri casi di femminicidio” innesca un duro confronto con molte associazioni femminili che lo accusano di maschilismo, ma provoca anche interventi come quello del Presidente della Camera Laura Boldrini che ha chiesto lo stop all’uso del corpo femminile nella pubblicità.
Spesso ritrae ragazzi giovani ritenendoli “normalmente belli” per una naturale spontaneità che conferisce particolare energia agli scatti.
La campagna contro la pena di morte, con i volti spenti di chi non ha futuro, diede luogo a moltissime proteste e Benetton chiese scusa ai famigliari delle vittime, ma Toscani non si scusò e portò quelle foto sia al Parlamento Europeo che in molte mostre.
In uno dei suoi ultimi lavori “Razza Umana” l’artista raccoglie migliaia di ritratti di gente comune di tutto il mondo. Così Bonito Oliva presentò questo lavoro: “…In definitiva la “Razza Umana” è frutto di un soggetto collettivo, lo studio di Oliviero Toscani inviato speciale nella realtà della omologazione e della globalizzazione. Con la sua ottica frontale ci consegna una infinita galleria di ritratti che confermano il ruolo dell’arte e della fotografia: rappresentare un valore che è quello della coesistenza delle differenze.”
Come nell’immagine del bacio tra due giovani religiosi, tutto il lavoro di Toscani colpisce con forza il castello di pregiudizi, ipocrisia, perbenismo, malafede ideologica, in cui è barricata gran parte dell’opinione pubblica sia italiana, che mondiale. Lo si può accusare di cadute di stile o di provocare sgomento e costernazione a scopi commerciali e di notorietà, lo si può amare o odiare, è però capace di indurre una reazione che porta ad una riflessione su: regole del gioco e temi scottanti e difficili. Questa è la sua forza, unita a un grande talento tutto da vedere e ammirare.
29.04.2015
Source: cronache.controluce.it