L’esercito di animali che andarono in guerra ( La Stampa /28.04.2015)
Postato il 28.04.2015 da write@toscani.com Commenti Commenti disabilitati su L’esercito di animali che andarono in guerra ( La Stampa /28.04.2015)La Resistenza di cani, gatti e cavalli
I cavalli trasportavano uomini e reparti, facevano da scudo protettivo, muli, asini e buoi trainavano carri e cannoni, nutrivano le truppe; i cani, addestrati, cercavano e soccorrevano i feriti, portavano messaggi e sorvegliavano il nemico, i gatti liberavano le trincee dai ratti ed erano allarmi viventi contro la presenza dei micidiali gas nervini, i piccioni viaggiatori trasmettevano ordini e comunicazioni al fronte attraverso lunghissime distanze. E’ l’esercito degli animali, i libri di scuola non ne parlano ma fecero anche loro la Prima guerra mondiale – ne furono mobilitati oltre 16 milioni: 11 milioni di equini, 100.000 cani, 200.000 piccioni – e vennero massacrati sui campi di battaglia, esposti senza protezione ai gas tossici, morirono di stenti per le pandemie o sacrificati dagli stessi camerati umani disperatamente affamati. Pochissimi
sopravvissero. A loro sarà dedicata una mostra fotografica, dal 5 al 30 maggio, in un nuovo locale di Mestre che si chiama “Open” e che oltretutto ha il pregio di essere una grande libreria con risto-caffè. Gli scatti di “1914/18: la guerra e gli animali” (curata da S. Ferrari e S. Probst, catalogo con presentazione di Oliviero Toscani) sono un centinaio, tutti originali dell’epoca; testimonianze preziose dello stretto rapporto, anche affettivo, tra animali e soldati. Là dove “il legno storto” dell’umanità – come diceva Kant – dà il peggio di sé scaturiscono scintille di fratellanza e altruismo. Della dedizione dei cani parla un bel libro di Gian Piero Quaglino appena uscito per Cortina, “Meglio un cane”;
di guerra e partigiani parla il Museo della Resistenza di Montefiorino, appena inaugurato nell’Appennino modenese grazie al lavoro degli istituti storici della resistenza di Modena e Reggio e del presidente del comitato scientifico Fabio Emiliano Manfredi, laureato in Storia contemporanea e figlio d’arte (il padre, Valerio Massimo Manfredi è il noto archeologo e scrittore), che non per nulla respira da sempre la grande Storia. A Montefiorino venne proclamata una Repubblica partigiana, prima esperienza democratica dopo il fascismo, qui nella primavera del ’44 tedeschi, fascisti e paracadutisti della “Goering” iniziarono una caccia all’uomo che produsse centinaia di vittime.
Il museo è interattivo, ha nove stanze ed è ricco di stimoli e di informazioni: potrà interessare molto a giovani, adulti e a chi quell’esperienza l’ha vissuta.
Anche nella II guerra mondiale il tributo degli animali fu enorme, anche loro offrono ogni giorno esempi di abnegazione, di lotta costante fra Eros e Thanatos. Come è scritto nel municipio di Castellino Tanaro, cittadina della nostra Langa decorata al valor militare, “La Resistenza non finisce mai”.
28.12.2015
Source: lastampa.it