Oliviero Toscani: Il bello del gioco? Barare. Il resto è noia

Il fotografo: No al proibizionismo. Aumenterebbe quello illegale. Ma stop alla pubblicità, è speculazione umana

“Del gioco d’azzardo mi piace solo barare, ma dato che non è possibile con i sistemi elettronici no lo trovo neppure divertente”. Così al VELINO Oliviero Toscani, fotografo di fama mondiale che ha introdotto un nuovo concetto di fotografia all’interno della pubblicità. “Ho provato”, spiega poi. “Mi sono mantenuto un pò quando ero studente al liceo perché c’erano un paio di brocchi nobili che riuscivo a imbrogliare bene. Mi diverto solo se baro, il gioco mi annoia, bleffare e barare mi diverte e mi diverto ora a vedere che mia figlia di 25 anni che è difficilissima da controllare per la velocità con cui muove le mani. Il barare è bello da vedere proprio nella sua fisicità. E non solo: il barare fa parte del gioco”.

Toscani racconta di quando a 21 anni a Las Vegas e vinse ai dadi 1640 dollari: “Era il 1962, e per me si trattava di un ricchezza folle. Ma non gioco mai. In quel caso mi piacque la fatalità del dado”. E pubblicizzare il gioco? “Il gioco d’azzardo è un disastro come la droga. Piace ma fa male”, spiega il fotografo. “Questa speculazione sul gioco d’azzardo è tremenda. Sebbene non sia d’accordo a vietare il gioco, dato che aumenterebbe quello illegale, non credo che serva la pubblicità per doverlo spingere. Chi vuole giocare gioca. Non bisogna far venire voglia e credo sia assurdo spingerla. Si tratta – conclude – di una speculazione umana, e usare la pubblicità non è bene. Anche perché tanto si perde sempre”.

14 gennaio 2015
Source: ilvelino.it